sabato 14 marzo 2009

Amore simbiotico

Stretti fra di noi
dipendiamo l'uno dall'altro.
E' un legame complementare
e non ossessivo che ci unisce.
Vige in primis il desiderio di unità
e non esiste nè pretesa nè finzione.
L'amore è per noi sinonimo di rispetto,
pronto a far balzare ogni emozione in petto.
Accostati e inseriti l'uno nella mente dell'altro
ci sentiamo sicuri di non precipitare nel baratro.
Io che nei tuoi sorrisi trovo risposte ai miei perchè...
tu che negli occhi miei leggi la verità di parole non pronunciate.


Con te e attraverso te mi compio per eccellenza
seguendo passo dopo passo le fasi dell'amore.
Sguardi, corpi, pensieri e sussurri si fondono,
mani prima si sfiorano e poi si stringono.
Non esistono nè dubbi nè certezze
che ci facciano da contorno:
solo speranze fiduciose e
sogni inconsistenti,
istanti eterni ed
ore fugaci.



lunedì 9 marzo 2009

I tre volti dell'attesa

1. Aspettare il tempo che scorre:
Aspettarlo
immobili....
senza correre contro gli eventi tentando di migliorarli,
ma travolti dalle proprie paure
attendere solo che ti picchino addosso con violenza
equivale ad un'attesa codarda.
Aspettarlo
abbandonati al dolore....
e alla speranza che un cuore si rinsaldi da solo
corrisponde ad un'inutile attesa:
solo la voglia d'amare e non il tempo può ricucirlo.
2. Aspettarsi l'inaspettato:
aspettati che la gente ti volti le spalle,
aspettati di soffrire e sentirti morire,
aspettati di trovare conforto in un altro abbraccio,
aspettati un totale capovolgimento della tua vita.


3. Aspettare te:
scorgerti in lontananza camminare a passi lenti.
Ti vedo su quella strada e sorrido,
attendo che silenziosamente entrerai nella mia stessa stanza
e nei miei stessi giorni.

domenica 1 marzo 2009

Discorsi sconnessi

In un sonno ossessionato dai pensieri
e lacerato dai sensi opprimenti,
vaneggio discorsi sconnessi.
- "Sento qualcosa che mi opprime,
qualcosa da cambiare
e che non vuole cambiare".
- "Sento il cuore che stringe e sanguina."
- "Sono viva o sono morta?
Forse devo solo rinascere."
Adesso mi risveglio.
Il mio corpo si è riconcretizzato:
sono già donna.
Nessun corpicino tenero e innocente
all'interno di questo spazio....
ma fattezze femminili.
Sono protetta da una placenta materna
che mi dà sostentamento
in questa vita momentanea cupa e buia.
Provo a muovermi,
ma ho poco spazio di libertà di movimento.
Affogare.... ho paura d'affogare,
ma non c'è d'avere paura:
qui nel mio spazio l'acqua sembra essere
il mio habitat naturale.
- "Sono viva o sono morta?
Forse devo solo rinascere."
- "Ma muoriamo e rinasciamo sempre
ed ogni volta? "
- " Chi mi sta dando forzatamente
questa seconda chance di rivivere?
E' la mia forza? E' il mio odio?
E' la mia rassegnazione?
E' la mia determinazione di cambiare quel qualcosa?
E' la mia voglia di rivivere?"